Il Maestro Leiji Matsumoto, ospite a Lucca Comics and Games 2018 ha incontrato giornalisti e addetti del settore per rispondere alle domande
L’emozione da parte dei presenti è alta e la speranza di riuscire ad essere uno dei fortunati a poter fare una domanda al Sensei è quella che hanno tutti. Ma ovviamente qualcuno è rimasto fuori e quindi le domande qui riportate sono quelle che sono state fatte entro l’ora che si aveva a disposizione. Prima di iniziare ci è stato chiesto di spegnere le videocamere dopo 3 minuti e di non fare ulteriori fotografie dopo l’inizio dell’incontro.
Dopo queste prime regole è iniziato l’incontro con l’ingresso del Maestro accompagnato da un lungo applauso e, in risposta, dal classico inchino prima di iniziare con le domande.
Le sue opere sono state molto amate dal pubblico e quest’anno, dopo un lungo periodo di pausa ha ripreso a disegnare Galaxy Express 999. Crede che ci sarà un finale per questa storia?
Le storie che ho realizzato sono tutte parte di un puzzle e non voglio scrivere la fine perché mi piace scrivere. Ho sempre amato lo spazzio e scrivere le avventure che si svolgono in questo vasto universo per me è un continuo imparare. E non voglio finire di farlo perché scrivendo e disegnando arricchisco la mia conoscenza.
In acune storie ci sono influenze western. Ci sono ispirazioni ai film di Sergio Leone e agli spaghetti western?
Si, ce ne sono ma più che da un regista o film in particolare, sono ispirazioni al genere in se. Da bambino guardavo i western, specialmente quelli americani e poi la notte li sognavo. E da quei sogni prendevo ispirazione. Mi piacevano molto le pistole e ho cercato di trasferire questo interesse verso queste armi anche nei miei lavori. Dei film italiani mi piaceva la parte romantica. Crescendo, specie quando ero alle scuole superiori li guardavo davvero tantissimo e credo che determinati segni narrativi mi abbiano dato delle ispirazioni importanti
È cambiato il pubblico anche in funzione del cambio tecnologico e dei mezzi di fruizione?
Quello che metto su carta sono i miei pensieri per la gente che li leggerà e apprezzerà. E per farlo si immedesima nel lettore. Il processo bilaterale tra autore e lettore genera un’influenza che crea legame. Se non dovesse crearsi allora significa che quello non era il lettore a chi dovevano arrivare le storie. Il lettore che nel cambio tecnologio non riesce a fruire di un tipo di opera che non ha seguito quel cambiamento, o semplicemente non apprezza quel tipo di narrazione, non è il lettore a cui ho rivolto le mie storie.
Come sono state influenzate le sue opere al mondo d’oggi?
Il mondo di oggi è molto cambiato rispetto al passato ma questo non rappresenta un problema. Il messaggio che mando oggi è un messaggio globale destinato ad un mondo senza bandiere o ideologismi politici. Un messaggio di pace unilaterale che non tiene conto delle differenze ma che invece cerca aggregazione al fine di rendere tutti i popoli un’unica entità atta a proteggere la terra. Il messaggio che voglio mandare è questo: aggregarsi per lavorare insieme per il bene comune.
Se si crede nei proprio sogni non si muore mai (Harlock). È un messaggio ancora valido?
Si non è cambiato anzi. Tenetevi stretti i sogni che fate e credeteci perché sono quelli che vi aiuteranno a vivere. La vita non è finalizzata alla morte ma per viverla e realizzare i sogni. Anche se una giornata è una sconfitta non posso non pensare che domani ci sarà qualcosa di positivo che ci darà la forza di rialzarci e combattere per i propri desideri.
Come mai nelle sue rappresentazioni ci sono elementi contrastanti come ambientazioni spaziali ma treni vecchi come in Galaxy Express 999
I disegni dei treni ricordano quelli che vedevo nel Kyushu dove vivevo e dato che la mia famiglia era povera non potevo salirci sempre e sfogliavo le riviste per poterli guardare. Tra le tavole che mandavo alle case editrici c’erano anche disegni di treni e per rispondere ad una chiamata di una casa di produzione di Tokyo interessata ai miei lavori ho dovuto prendere proprio uno di quei treni che tanto amavo. Ma non avevo soldi e quindi ho dovuto comprare un biglietto di sola andata con la speranza di non dover tornare indietro. Un viaggio della speranza verso quello che è diventato il mio sogno.
Il C62 e il treno che da Kyushu a Tokyo ci metteva 24 ore ed era un treno famoso in quegli anni. Il Galaxy Express 999 è la riproduzione esatta di quel treno per omaggiare e ricordare il mio viaggio verso quel sogno che si è concretizzato.
Come è nata la storia Space Battleship Yamato?
Quando mi fu chiesto di realizzare questa storia ero preoccupato perché non sapevo come svilupparla ma era una opportunità per realizzare un anime sullo spazio che prendeva il nome dalla nave della seconda guerra mondiale (la Yamato fu una nave da battaglia della Marina imperiale giapponese. Insieme alla pari classe Musashi fu la più grande nave da battaglia mai costruita) . Il capitano Juzo Okita e Susumu Kodai li ho disegnati ispirandomi alle figure di mio padre e mio fratello. Ho cercato di dare alla nave spaziale Yamato la stessa imponenza di quella realmente esistita seppur senza fare riferimenti alla II Guerra Mondiale e il ruolo della nave in quel tragico periodo.
Cadere e rialzarsi è una delle filosofe dell’arte marziale. C’è una di queste a cui magari si ispira?
Il mio credo è quello del samurai che sceglie la sua strada e non scappa mai anche davanti alle avversità. Da piccolo venivo rimproverato dai miei genitori ma io non rinunciavo ai miei sogni. Durante la guerra vivevo vicino Nagasaki e quindi ho vissuto la tragedia della morte di amici in prima persona e ho cercato di trasferire le sensazioni di questi momenti senza mai mollare e cedere alla tristezza della morte. Ricordo una frase del film “Via col vento” in cui Rossella O’Hara dice “giuro davanti a Dio: non soffrirò mai più la fame!”. Ecco, questo è un messaggio forte che mi è rimasto molto dentro e che sintetizza il mio pensiero al non mollare mai e rialzarsi anche dopo una caduta.
Le tecniche di animazione hanno influenzato la realizzazione degli suoi anime?
Quando ho iniziato a fare manga avevo 15 anni mentre quando ho iniziato a fare animazione ne avevo 31. Il mio era uno sguardo da adulto, osservavo le cose con altri occhi ed erano pieni delle immagini del post guerra, quindi influenzati più dalla vita vissuta che da altro. E’ l’esperienza della guerra che ha influenzato molto le mie storie che riportano necessariamente un messaggio di pace
Come mai le donne sono così importanti e portatrici di messaggi?
Nella prima opera gmi fu detto che le donne che disegnavo non erano ber raffigurate. Anni dopo, senza rendermene contro, ho visto che il mio tratto era cambiato e cheriuscivo a disegnare le donne in maniera diversa. Sicuramente lo si deve anche da un film francese la cui attrice (Marianne Hold) è stata fonte di ispirazione per la caratterizzazione femminile così come una donna che mi era vicina in quel periodo.
Come ha vissuto il post bellico che ha visto la rinascita economica e industriale del Giappone e quanto ha influenzato le sue opere
Il motto è “sono nato per vivere e non mollerò mai”. Ed è anche lo spirito che avevano i Giapponesi e infatti il boom è dovuto anche a questo. La società giapponese non si piangeva addosso ma lavorava per perseguire i suoi obiettivi. E questo è sempre stato anche il mio.
Nella figura del capitano della Yamato c’era suo padre. Da piccolo i racconti di guerra arrivavano dal padre o dalla famiglia?
Mio padre era un pilota che volava con i francesi prima della guerra. Molti degli amici del padre è morto in guerra (tre quarti circa) e lui stesso tornò dalla guerra molto cambiato. Il messaggio che io voglio portare è quello che mio padre mii ha dato. Alla fine, se andiamo a vedere, mio padre è l’unica vera fonte ispiratrice di tutto e quindi ho caratterizzato il comandante della Yamato non solo come immagine ma anche come carattere.
Perché il 999?
Il treno 999 si chiamava così perché vuole rappresentare il viaggio continuo. La crescita senza mai arrivare fino in fondo perché altrimenti sarebbe come la morte. Il numero 1000 è un numero pieno, una sorta di arrivo e quindi una conclusione. Il 999 rappresenta la giovinezza, l’essere in continua crescita senza mai arrivare alla pienezza.
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L’intervista è stata realizzata durante la conferenza stampa del Lucca Comics and Games 2018