Lady Oscar contro La stella della Senna

Il 14 luglio 1789 la rivoluzione francese giunge al termine con la famosa “presa della Bastiglia”. Una data storica per il popolo francese ma che gli amanti degli anime giapponesi ricordano bene grazie a due cartoni animati arrivati in Italia, ovvero “Il tulipano nero – La stella della Senna” e ovviamente “Lady Oscar”.
Ovviamente il divario tra le due serie c’è ed è notevole ma essendo due anime ambientate nello stesso periodo ed entrambe con un personaggio in comune (la regina Maria Antonietta), vedere come la giovane austriaca salita sul trono francese sia stata in un modo o in un altro protagonista di due rende i due prodotti comunque interessanti perchè offrono una visione, seppur fantasiosa, di quello che sarebbe potuto succedere se alcune storie fossero esistite. E considerando che “Lady Oscar” alterna fatti realmente accaduti ad altri di pura fantasia, la possibilità che anche alcuni degli eventi narrati possano essere vicini alla realtà rende il tutto più interessante.
Sia “Il tulipano nero” (trasmesso in Italia la prima volta nel gennaio del 1984 su Italia 1) che “Lady Oscar” (3 ottobre 1982) narrano le vicende di due donne “eroiche” all’ombra della rivoluzione francese ma tra le due serie, sia per narrazione che per disegni, c’è un grande divario che porta la storia di Oscar François de Jarjayes ad essere una delle più apprezzate in assoluto della storia dell’animazione in Italia.
Anche se gli appassionati sicuramente ricordano le trame (per quanto quella de “Il tulipano nero” avendo avuto meno impatto nel pubblico ha sicuramente un ricordo più flebile), andiamo con ordine cercando di rinfrescare la memoria ai più.

Lady Oscar contro La stella della Senna

Lady Oscar contro La stella della Senna - Vite da Peter PanLa stella della Senna – ラ・セーヌの星 Ra Senu no Hoshi
E’ una storia prodotta dalla Unimax e dalla Sunrise (quella di Gundam e Daitarn 3 per intenderci) e nasce prima come animazione e poi come manga (seppur mai portato a conclusione).
La storia di Mitsuru Kaneko, vede alla regia proprio il creatore di Gundam, ovvero Yoshiyuki Tomino coadiuvato da Masaki Osumi e racconta le vicende di Simone Lorène, figlia illegittima dell’imperatore Francesco I, il padre della regina di Francia Maria Antonietta ma che di questa natalità non ne è al corrente in quanto adottata da due fiorai.
L’unico a conoscere questo segreto è il Conte de Vaudreuil che le insegnerà l’uso della spada, rendendola una grande spadaccina. Alla morte dei genitori a seguito di un soproso da parte di nobili corrotti, viene adottata dal conte al fine di proteggerla da eventuali intrighi di potere e affini. Ma anche il conte muore in un agguato e Simone decide di indossare una maschera per combattere i soprusi e con il nome della “Stella della Senna” sarà aiutata dal fratello adottivo che con il nome “Il tulipano nero”, farà coppia con lei in questa “guerra” alle ingiustizie.
Gli episodi scorrono tra un’avventura e l’altra fino a che Simone scopre che Maria Antonietta è la sua sorellastra proprio nel periodo in cui la situazione politica francese inizia a diventare pesante e quindi si troverà divisa tra il desiderio di proteggere la sorella e il suo ideale anti soprusi nobiliari.
Ovviamente non riuscirà a proteggerla e prima della decapitazione di Maria Antonietta, Simone promette di avere cura dei suoi due figli e di crescerli lontano da tutto il marcio di quel periodo.
Lady Oscar contro La stella della Senna - Vite da Peter PanLady Oscar – ベルサイユのばら La rosa di Versailles
Nato prima come manga e poi come anime, “Versaille no bara” è il capolavoro di Riyoko Ikeda, che nel 1982 è arrivato in Italia sulle reti private dando modo al pubblico italiano di conoscere questa opera magnifica.
La storia è nota a tutti. Il Generale de Jarjayes voleva un figlio maschio ma alla nascita della femmina, decide di crescerla come un uomo e quindi Oscar diviene oltre che un’abile spadaccina, anche comandante della Guardia del Re.
Come per “Il tulipano nero” anche questa serie è ambientata in Francia nel periodo antecedente alla rivoluzione francese per buona parte degli episodi e narra la storia non solo di Oscar ma anche di Maria Antonietta, del conte svedese Hans Axel von Fersen, della duchessa di Polignac, di Rosalie (inizialmente una popolana ma poi si scopre essere figlia della duchessa) e di tutti gli intrighi di corte tra cui il famoso scandalo della collana che vide Maria Antonietta vittima di una truffa organizzata da Jeanne Valois de la Motte. Ma sicuramente quello che ha appassionato tutti sono le storie d’amore tra la Regina e Fersen (con Oscar anche lei innamorata del conte), Andrè che ama in silenzio la sua “amica di di infanzia” in attesa perenne delle sue attenzioni (che arriveranno purtroppo quando le loro vite giungono al termine). Il tutto sullo scenario politico francese che culminerà nella presa della Bastiglia il 4 luglio 1789 e che vedrà non solo la decapitazione dei reali, ma anche la morte di Andrè prima e di Oscar nella puntata successiva. Una serie che finisce tragicamente ma che grazie ad una colonna sonora di rara bellezza e i disegni di uno stratosferico Shingo Araki, la rendono una delle più amate in Italia (curiosamente in Giappone non ha avuto tantissimo successo… anzi, fu un flop.)
La serie è un misto di episodi e personaggi realmente esistiti e altrettanti romanzati dalla Ikeda e da noi fu subito un successo nonostante alcune censure sui dialoghi modificandoli, rendendoli più “soft” in alcuni casi e in altri totalmente riscritti. Ma nonostante tutto, Lady Oscar entra nel cuore degli italiani e ci resterà per molto tempo grazie anche ad una sigla che ha fatto la storia e che è diventata la bandiera dei Cavalieri del Re che in quegli anni realizzavano molte sigle di successo.
Dopo una pausa televisiva, Lady Oscar torna in tv tra la fine degli anni ’80 e inizio degli anni ’90 con una nuova sigla e un nuovo titolo: “Una spada per Lady Oscar”.
Ma di questo ne parleremo in un prossimo articolo.
Similitudini e curiosità tra le due serie.
La serie animata della “Stella della Senna” venne realizzata in Giappone dopo il grande successo del manga di Ryoko Ikeda per cavalcare l’onda del successo in attesa che la Ikeda desse l’ok per lo sfruttamento della storia per la realizzazione dell’anime. Quindi da un punto di vista temporale, l’anime di Lady Oscar è stato realizzato in seconda battuta mentre da noi, come già successo con la trilogia di Go Nagai, sono arrivati invertiti seppur questo non abbia pregiudicato le storie dato che non sono collegate tra loro.
Una cosa curiosa è che da noi il titolo della serie è “Il Tulipano Nero” e quindi si fa riferimento al personaggio maschile e non alla protagonista questo perché precedentemente sulle tv nostrane era passato uno sceneggiato omonimo prodotto proprio in Italia oltre ad un film noto al pubblico e interpretato da Alain Delon nel 1964 ambientato proprio in quel periodo storico.
Solo successivamente fu cambiato il nome in “Il tulipano nero – La stella della Senna”

Ovviamente il paragone tra le due serie non si può fare non solo perché su Lady Oscar c’è la presenza di un superlativo Shingo Araki (a cui si devono le animazioni tra le altre cose di Goldrake, I Cavalieri dello Zodiaco e tantissimi altri anime di successo), ma anche perché il target di riferimento del “Tulipano nero” era un target di ragazzi più giovani nonostante entrambe le serie fossero ambientate nello stesso momento (non a caso i disegni lasciano un po’ a desiderare).
L’unico vero nesso, ma è tutto italiano, è la scelta della voce delle due protagoniste.
Sia Simone che Oscar sono doppiate da Cinzia De Carolis, già voce di Bia e di Maetel in Galaxy Express 999 (Maisha nella versione italiana).

Un discorso a parte meriterebbero le due sigle (tre in realtà) ma per ora ci fermiamo qui e ne riparlerò in un prossimo articolo.

 

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