Il mito di Goldrake torna a rivivere grazie al ritorno in Tv su Rai 2 la Domenica e sui social imperversano gruppi e post pieni di ricordi ed emozioni ma anche di tanti errori
Ebbene si, Ufo Robot Goldrake è tornato e si è aperto il vaso di Pandora. Tutti hanno rivissuto quelle emozioni dell’infanzia quando sull’allora Rete 2 fu trasmessa la serie realizzata e prodotta da Toei e Dynamic Planning.
Parte la sigla, “Ufo robot, Ufo robot! Si trasforma in un razzo missile con circuiti di 1000 valvole, tra le stelle sprinta e va….” ed ecco che le emozioni riaffiorano, la pelle d’oca fa la sua comparsa e il tempo sembra fermarsi.
La prima cosa che tutti avranno notato è l’assenza del logo storico “Atlas Ufo Robot“, questo perchè quel famoso errore commesso all’epoca è stato corretto con il nome giusto “Ufo Robot Goldrake“. Una scelta corretta che però fa a cazzotti con la scelta di mandare in onda la serie con il doppiaggio sbagliato del 1978 in luogo di quello riveduto e corretto del 2005 che seppur rendeva giustizia ai dialoghi originali, aveva delle voci diverse come quella di Fabrizio Vidale su Alcor al posto di Giorgio Locuratolo.
Ma sorvoliamo su questo aspetto, prendiamoci quello che mamma Rai ci ha dato e poi sull’argomento ritorneremo quando sarà il momento di trasmettere i 3 episodi inediti all’epoca che non è chiaro se furono doppiati e mai trasmessi o saltati direttamente (per quanto nelle edizioni dvd i 3 episodi compaiono solo ridoppiati).
Questo Goldrake ha qualcosa che non va, vero?
Per introdurre l’argomento ho scelto volutamente una immagine di un giocattolo di Goldrake che ha ovviamente qualcosa che non va. I colori dirà qualcuno. Il VERO Goldrake non ha questi colori.
Vero, questo è un tarocco di quelli che si trovavano sul mercato negli anni del boom legato al merchandising legati al robot.
Ebbene…
Proviamo a fare un parallelo tra il tarocco giocattolo e i post che girano sul web che potrebbero essere equiparati a questo giocattolo non originale.
Iniziamo!
Il ritorno in Tv di Goldrake ha fatto scatenare i fan nei vari gruppi dedicati al robottone e affini con fiumi e fiumi di post in cui da una parte si celebra il momento storico con amarcord e momenti di gioia e dall’altra ci sono post in cui si spiegano aneddoti e si chiariscono dubbi a chi magari negli anni ha un po’ abbandonato il mondo dell’animazione ed è ritornato a parlare di Goldrake a seguito del ritorno in Tv.
MA…
C’è un grande MA.
In questa giungla di gruppi sui social, il 90% di chi scrive elargendo risposte a domande di utenti meno preparati, lo fa sulla base dei ricordi di infanzia che SPESSO, sono falsati e alimentati da leggende metropolitane e falsi miti.
Ed ecco che è possibile leggere una marea di ca**ate che genera due tipi di reazioni:
- Negli utenti meno preparati che si sono riavvicinati a Goldrake attraverso i gruppi Facebook le risposte alle domande che fanno sono: “Wow, davvero?”, “Nooo, non lo sapevo!”, “Incredibile, che news”. E via dicendo
- Negli utenti più preparati invece la reazione è: “Ma che ca**o state dicendo?”
Ecco, io purtroppo mi trovo nel secondo caso e trovo assurdo che oggi si leggano delle sciocchezze assurde su una serie Tv su cui è stato scritto tantissimo e che negli anni, nelle fiere, ha trovato tanto spazio tra i panel curati non solo dal sottoscritto ma anche da altri creator.
Non siamo tra gli anni 70-80, siamo in un’era in cui tra internet, libri e creator (quelli competenti), la possibilità di conoscere le cose così come sono andate è alla portata di tutti.
Alcune delle disinformazioni che girano in rete su Goldrake
Vi riporto alcune delle cose “meravigliose” che ho letto:
- Atlas è il nome del disco
- Atlas è una invenzione della RCA per vendere più dischi usando un nome esotico
- La sigla di Ufo Robot è cantata dai Superobots
- Alcor non è il pilota di Mazinga Z altrimenti lo avrebbe usato in Goldrake
Ma la lista è lunga.
Ora, premesso che il fatto che molti utenti non sappiano delle cose facciano domande. Parliamo di un anime che è andato in tv 47 anni fa (4 Aprile 1978) e non è detto che chi all’epoca si sia appassionato abbia poi coltivato l’interesse negli anni seguendo gruppi tematici online, leggendo libri, seguendo i panel alle fiere. Ci sta tutto!
MA, ribadisco, leggere risposte campate in aria da utenti che non sanno davvero nulla è uno schiaffo in faccia a chi, da sempre, fa informazione non solo nelle fiere ma anche facendo ricerche, scrivendo libri, rilasciando interviste, ecc…
Vedi i lavori di Massimo Nicora e Marco Pellitteri che da anni scrivono di Goldrake svelando tanti aneddoti con fonti certe che provengono dal Giappone e dai professionisti che hanno lavorato a questa serie, in patria come qui in Italia.
Perchè ci sono utenti che scrivono senza conoscere le cose?
In questo momento in cui tutti ricordano Goldrake con ricordi e quant’altro, in molti utenti nasce un bisogno di parlare di questa serie, rispondendo alle domande lecite di chi ricorda poco o l’ha vista solo una volta e magari nemmeno tutta. Il problema è che le risposte a queste domande spesso sono sbagliate e dall’altro lato vengono prese per buone.
Questo fenomeno va ricercato in un probabile desiderio di mettersi su un altro piano, quello di chi dice “Hey, voi ora vi ricordate di Goldrake ma io non l’ho mai abbandonato“. Un modo per sentirsi parte di qualcosa molto più di quanto lo possano essere gli altri.
Ma essere appassionati e legati ad un anime, che sia Goldrake o altro, non significa ricordarsi tutto o conoscere i retroscena.
Ed ecco quindi che arrivano risposte come quelle che ho elencato sopra.
E giustamente gli utenti ignari leggono risposte sbagliate, si alimenta la disinformazione e in qualche modo questo fenomeno si ripercuote anche a livelli più alti quando ci capita di vedere servizi televisivi o articoli sui giornali pieni di errori.
Si perchè secondo voi da dove prendono le informazioni?
La maggior parte dei giornalisti che fanno servizi sugli anime, pescano le informazioni dal web. E se il bacino di informazioni è pieno di errori, quei pochi che scrivono cose corrette si perdono nel mare di disinformazione che si trova in giro.
Questo apre una domanda lecita: ha senso studiare, leggere, scrivere, divulgare online e in presenza se la maggior parte di quelli che commenta ovunque in rete non ha assolutamente idea di quello che dice riscuotendo comunque interesse nel pubblico meno preparato?
E stiamo parlando di Goldrake che è probabilmente l’anime su cui c’è più materiale informativo di tutti. Figuriamoci se si iniziasse a parlare di altri su cui ci sono meno info.
L’invito è quello di cercare chi fa davvero informazione e di non fermarsi alla risposta del primo utente che trovate sui social altrimenti finiremo ad avallare sempre di più leggende e falsi miti al pari di quella che voleva Piero Pelù come interprete della sigla di Jeeg Robot (che è andata avanti per anni e ancora oggi qualcuno ne è convinto).
Seguite i creator e imparate a distinguere chi sa e chi non sa. E ricordatevi che non sono i numeri che validano un creator ma la qualità dei suoi contenuti basati su fonti certe.